Ellis

Il piccolo Ellis Giotto, 3 anni, affetto da sindrome di Beckwith-Wiedemann (Bws), è stato uno dei protagonisti di Telethon, la maratona televisiva che ogni anno raccoglie fondi per la ricerca. Insieme ai genitori era ospite oggi, martedì 17 dicembre, del programma di Rai1 ‘Storie Italiane’, condotto da Eleonora Daniele. La sindrome di Beckwith-Wiedemann è una malattia genetica rara che colpisce un bambino su 13.000 nati vivi.

La storia. “Ero incinta di 20 settimane quando la visita morfologica evidenziò due piccole macchie nere all’altezza dei reni. Poteva essere un tumore, in quel momento nessuno poteva dire se nostro figlio sarebbe sopravvissuto”, racconta Heather Feldman, 38 anni, americana che vive a Milano e lavora nella moda. Il bimbo nasce a 35 settimane, peso 3400 grammi: ha la lingua grossa, così come altre parti del corpo. Trascorre all’ospedale pediatrico ‘Buzzi’ di Milano i primi 20 giorni di vita, a soli tre mesi subisce l’asportazione di un surrene. E’ stato poi operato anche per la riduzione della lingua alla ‘Smile House’ del San Paolo di Milano. Ellis Giotto presenta anche emi-ipertrofia agli arti inferiori: una gamba è più grossa e più lunga dell’altra. Questi sono alcuni tra i circa 30 possibili sintomi della Bws.

La testimonianza. “Nel momento più difficile, ci siamo detti: c’è una vita che ha bisogno di noi, dobbiamo stare positivi. E affrontiamo tutto con questo spirito”, racconta mamma Heather. Oggi, la vita di Ellis Giotto è come quella dei bambini della sua età: “Frequenta l’asilo fin da quando aveva 4 mesi. E’ la mascotte del gruppo. Anzi, le maestre dicono che ha un atteggiamento da leader. E’ un piccolo guerriero, niente gli fa paura e non teme di far capire chi è”. “Ama andare in piscina, nuotare, tuffarsi dalla barca insieme a me quando andiamo al mare – racconta il padre Bruno Grasso, 38 anni, ingegnere informatico -, ama gli animali e i dinosauri. Può fare qualsiasi cosa. Esattamente come gli altri bambini”. “Certo, è speciale. E’ una luce per me”, dice la mamma.

Il messaggio. “Per noi partecipare a Telethon è importante per far capire alle famiglie che ce la si fa. Ci vuole pazienza. Ma sento che la nascita di Ellis mi ha fatto crescere più dei miei 35 anni precedenti”, assicura papà Bruno. “La cosa più difficile, all’inizio, erano le reazioni degli estranei vedendo una lingua così grande. Ci sono paure, insicurezza, tristezza. Poi si impara a gestirle. In questo percorso c’è anche l’associazione italiana Sindrome di Beckwith-Wiedemann (Aibws) che è una risorsa pazzesca: le famiglie si sostengono a vicenda e ricevono un aiuto concreto dai medici”, spiega la mamma.


Curiosità: il nome Ellis è ispirato a Ellis Island, l’isola che si trova davanti a New York e che accoglieva i migranti (“è un simbolo dell’incontro tra culture diverse”, dice Heather) mentre Giotto è stato scelto invece pensando al grande pittore.